Assorbenti e dintorni

Foto di Esther Merbt da Pixabay

Pur concordando sull’emendamento al decreto della riforma fiscale presentato della Boldrini e, contemporaneamente, ringraziando il cielo di essere ormai uscita dal tunnel di tampax ed altri ammennicoli, farei di alcuni argomenti relativi all’IVA non tanto una questione di genere quanto di logico buonsenso.

Stante che l’IVA in Italia è assestata (per ora…) al 22%, con aliquote ridotte, a seconda dei casi, al 4%, 5% e il 10%, compensative per quei beni e servizi che maggiormente incidono sul costo medio della vita, mi sono presa la briga di andare a curiosare tra le tabelle del Testo Unico IVA (Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 – aggiornato con le modifiche apportate da ultimo dalla Legge 30 dicembre 2018, n. 145) nelle quali mi sembra di aver trovato piccolissime incongruenze. Ne riporto solo alcune per non privarvi della suspense nel caso voleste dare una lettura per conto vostro perché, vi assicuro, in taluni punti sono addirittura esilaranti.

Acqua potabile (del rubinetto). IVA 10%, ma per saperlo bastava leggere la bolletta. Nessun commento.

Tartufi freschi o refrigerati. IVA 5%. Beh, diciamocelo, un bel tartufo fresco non si nega a nessuno, vi pare? E poi lo sanno tutti che i tartufi incidono in modo sostanziale sul costo medio della vita, proprio perché è medio: quindi se io ne mangio 2 chili al giorno e voi nulla in realtà quello che vale è la media anche se voi, non ne avrete sentito neppure l’odore. Ma attenzione; se volete acquistarli secchi o surgelati, l’IVA sarà pari al 10%!

Erbe aromatiche. IVA: DIPENDE. Le aliquote applicabili sono il 4%, il 5% ed il 10%. L’Agenzia delle Entrate, per determinare l’aliquota fa riferimento alle Tabella A, parte II bis allegata al DPR 633/72 che elenca tra i beni soggetti ad aliquota al 5% il basilico, il rosmarino, la salvia, l’origano a rametti o sgranato destinati all’alimentazione, le piante allo stato vegetativo di basilico, rosmarino e salvia. Per le altre piante aromatiche, l’aliquota IVA dipende dalla classificazione merceologica effettuata dall’Agenzia delle Dogane e Monopolio” (questo l’ho riportato solo perché è emblematico e rappresenta alla perfezione l’aggrovigliamento neuronale di certi enti)

Funghi: IVA 4% (come il pane, il latte, ma le uova stanno al 10% eh…)

Birra, molluschi e crostacei (esclusi astici, aragoste e ostriche), abbonamenti radiotelevisivi codificati (anche via cavo o satellite). IVA 10%, come l’acqua del rubinetto, per intenderci.

Ordunque, se mangerete troppi tartufi, ricordatevi di fare attenzione all’aliquota IVA sulla carta igienica che naturalmente è, come per gli assorbenti, le aragoste e le ostriche, pari al 22%. In alternativa potete optare per un foglio di quotidiano che, con la sua IVA al 4% vi potrà regalare l’inestimabile valore aggiunto di ripulirvi con la faccia di chi crederete opportuno.